martedì 28 dicembre 2010

Dal 10 gennaio mostra permanente allo spazio78

A partire dal 10 gennaio sarà possibile visitare (previo appuntamento) la mostra permanente della galleria, che per questo periodo comprende opere di Enzo Pelli, Lodewijk, Aymone Poletti e Philipp Vogt.
Inviamo a voi tutti i nostri più cari auguri per un sereno 2011!

mercoledì 15 dicembre 2010

Con tristezza apprendiamo della scomparsa dell'artista Sigrid Bicca. Ceramista e pittrice, aveva esposto a Cassarate l'anno scorso in occasione della collettiva "il fil rouge del colore" seconda edizione. Un pensiero va alla sua famiglia in questo momento doloroso.

lunedì 29 novembre 2010

Aymone Poletti espone a Zurigo


Continua l'attività espositiva della pittrice Aymone Poletti con una mostra personale a Zurigo, intitolata “carnets de voyage”, interamente dedicata alle ultime opere della poliedrica artista.
Verranno presentati lavori che scaturiscono da una ricerca interiore, i cui temi principali si concentrano sulla contemplazione dello spazio, del materializzarsi di un ricordo e delle volumetrie cromatiche.

L’esposizione, che raggruppa più di una quarantina di lavori, si sviluppa attorno al tema della memoria e delle esperienze vissute. Ogni opera viene interpretata e rappresentata come un tassello fondamentale atto a contrastare un possibile oblio. I piccoli frammenti di viaggio rivivono nelle tecniche miste, acquarelli ed incisioni, offrendo al pubblico uno scorcio intimo di vita passata.
Particolare attenzione viene rivolta ai luoghi, reali o intuiti, letti o rievocati: il deserto dei Tartari di Buzzati e gli scritti del prigioniero di Chillon di Lord Byron, diventano scenari suggestivi, appena sfumati nella loro astrazione melanconica.
La serie di monotipi, si delinea come una “traccia dello spazio” e l’artista si muove attraverso equilibri raffinati e sfondi materici che prendono forma grazie a giochi di richiami e linee definite.
Paesaggi fragili e impalpabili, vedute poeticamente sfuggenti … quelle di Aymone Poletti sono proiezioni oniriche che ci offrono uno spazio nuovo di contemplazione urbana, di visioni effimere di città in continuo mutamento e di tutto un microcosmo in perenne, irrefrenabile trasformazione.

BIOGRAFIA :
Aymone Poletti, è nata a Lugano nel 1978.
Artista e curatrice, espone professionalmente in Svizzera e all’estero dal 2000.
Ha studiato a Mendrisio dove si è diplomata all’Accademia di Architettura, seguita fra l’altro dagli architetti Aurelio Galfetti, Alfredo Pini e Peter Zumthor. Durante lo stesso periodo ha frequentato i corsi d’arte tenuti da Harald Szeemann e quelli di design di Antonio Citterio e Bruno Monguzzi. Successivamente si è diplomata all’Università della Svizzera italiana a Lugano con un master in comunicazione interculturale e alla ZHAW di Winterthur in Arts Management con specializzazione in arte contemporanea e media.
Vive e lavora a Lugano.
Parallelamente agli studi accademici Aymone Poletti è stata allieva dell’artista Antonella Gabrielli e ha vinto diverse selezioni in occasione di mostre dedicate a giovani talenti.
A partire dal 2006 si è perfezionata nel campo dell’espressività spaziale con la calligrafa Gabriela Carbognani-Hess e con l’artista-orafa Ruth Gundacker. Ha approfondito le sue conoscenze in incisione grazie al sostegno degli artisti Ro Milan, Elisa Richle e Manlio Monti.

per ulteriori informazioni e ubicazione
www.aymonepoletti.ch

lunedì 22 novembre 2010

Aggiornamenti dai nostri artisti

Con piacere, vi teniamo al corrente sugli sviluppi espositivi di chi ha esposto alla galleria spazio78.
Paola Rezzonico espone a Lugano assieme a Eliana Auguadri presso l'istituto di ricerche di Gruppo in via Breganzona 16.
Gli spazi sono visitabili dal lunedì al venerdì dalle 14.00 alle 19.00.
Per informazione si può visitare anche il sito dedicato all'istituto di ricerche di Gruppo a Breganzona: www.farestorie.ch
Allo stesso tempo Claude Borlat ha esposto le sue nuove opere alla "Galerie Testuz" a Cully (Canton Vaud) mentre Philipp Vogt, Aymone Poletti e Margaret Perucconi hanno esposto nelle sale espositive del comune di Iseo.
La polivalente Ruth Gundacker ha invece presentato la sua nuova pièce teatrale "Hofhuber - ein stück Land", opera che ha avuto così successo da essere ripresentata in questi giorni al teatro Tojo (Berna). Per gli interessati le rappresentazioni avranno luogo dal 25 al 27 novembre alle ore 20.30.
Per ulteriori informazioni: www.tojo.ch

martedì 19 ottobre 2010

Un'interessante esposizione fuori dal comune


Il 25 settembre scorso, Villa Orizzonte (a Castelrotto) ha riaperto al pubblico con la terza edizione della rassegna Ospiti2010, quest’anno intitolata INTRUSIONI.
Otto artisti (Lorenzo Cambin, Luca Gansser, Simonetta Martini, Gabriela Maria Müller, Maria Rosa Mutti, Carolina Nazar, Giovanna Salvioni e Stefano Spinelli), presentano le loro opere, tutte da scoprire (quasi fosse una caccia al tesoro) nello spazio esclusivo di una villa dell’ottocento.
Un'esperienza da vivere più unica che rara, in cui la contemporaneità si insinua silenziosamente nella vecchia dimora, forse all’atto stesso dell’accesso di ogni nuovo ospite o visitatore.
La mostra, che integra negli ambienti museali della villa le opere espressamente ideate per l’occasione, rimarrà aperta fino al 24 ottobre, dal mercoledì alla domenica inclusi, con orario 10.00-12.00 / 14.00-17.00.
Visite guidate su prenotazione (Tel. +41 (0)91 608 17 71)

giovedì 30 settembre 2010

reminder: mostra di Enzo Pelli

Da martedì 5 ottobre a martedì 12 ottobre si potrà visitare in galleria l'esposizione intitolata "Manoscritti". Una mostra dedicata alle calligrafie personali di Enzo Pelli.
Orario: tutti i giorni dalle 15.00 alle 19.00

giovedì 16 settembre 2010

Fabiola Quezada espone a Cassarate

Fabiola Quezada esporrà le sue ultime opere da sabato 18 settembre (vernissage a partire dalle ore 18.00) al 22 settembre 2010 in via delle scuole 22 a Cassarate.
Apprezzo molto le opere di Fabiola e trovo che i temi che affronta siano delicati e carichi di profonde simbologie. Ho scritto un piccolo testo quale possibile chiave di lettura per la sua mostra:

In occasione del mese culturale, quest’anno all’insegna del “giapponismo”, Fabiola Quezada presenta nei suoi spazi a Lugano-Cassarate la mostra intitolata « Oltre L’oriente ».
...Lei infatti guarda più lontano.
Il suo vuol essere un omaggio al Messico « bicentenario » che commemora i 200 anni dall'indipendenza dalla Spagna (16 settembre 1810) e i 100 anni dalla Rivoluzione (20 novembre 1910).
Con questa esposizione Fabiola Quezada celebra, attraverso una profonda riflessione contemporanea, la sua Terra Natale. Da sempre l’artista lavora sui dettagli del paesaggio tipicamente messicano, cercando dei segni e delle ispirazioni nella natura, ed esprimendo il proprio pensiero attraverso diverse tecniche, passando dalla fotografia alla pittura, dall'acquerello all’incisione.
I protagonisti prediletti delle opere di Fabiola Quezada sono i cactus: l’essenza del suo Messico.
Le grandi tele hanno una forza cromatica innata, dalla toccante espressività che va dritta al cuore.
Nelle sue opere è sempre presente il sussurro di una impercettibile Cassandra: i paesaggi non sono quieti, vivono di un’instabilità intrinseca al colore, al gesto, alla pennellata vigorosa dal carattere squillante.
Come diceva André Gide, “L'arte comincia dalla resistenza: dalla resistenza vinta. Non esiste capolavoro umano che non sia stato ottenuto faticosamente”… E le opere di Fabiola Quezada vivono dell’intensità di questa metaforica lotta di colori, del contrasto cromatico acceso, degli acrilici e delle tecniche miste che urlano il loro messaggio dal rosso “caravaggesco”. Un monito ad un allegorico Oloferne.

Il soggetto si ingrandisce teatralmente offrendo allo spettatore, non solo una nuova dimensione di riflessione, ma anche una nuova prospettiva estetica rappresentata con forza sulla tela.
La città si ingrandisce e, come un animale tentacolare, arriva inesorabilmente anche dove prima si trovavano quiete e grandi spianate di cactus. El valle de México scompare per lasciar spazio alla metropoli. La composizione perciò a sua volta sparisce assieme al supporto, lasciandoci coinvolti in un vortice di sensazioni, e rivelandosi a noi sotto le spoglie di una “Giuditta/Artemisia”, perfetta metafora del Messico odierno.
Aymone Poletti
Lugano, settembre 2010

lunedì 6 settembre 2010

in ottobre alla galleria spazio78: mostra personale di Enzo Pelli

Dal 5 ottobre avremo il piacere di esporre l'artista calligrafo Enzo Pelli con una mostra personale intitolata MANOSCRITTI.

L’esposizione “Manoscritti” dell’artista-calligrafo Enzo Pelli vuole essere una mostra attenta ai dettagli mutevoli del quotidiano e sensibile alla fragilità del nostro territorio, diventato spunto ideale per la rappresentazione poetica attraverso il segno.
Quello di Enzo Pelli è un vero ritorno alle origini, all’essenza dell’essere artista; una ricerca, la sua, intima e coraggiosa, portata verso i piccoli particolari di ogni giorno e verso la narrazione del quotidiano.
Come dice lui stesso, la sua calligrafia “oscilla tra oriente e occidente” e, di conseguenza, la sua arte si sviluppa lungo due binari speculari e distinti. Alcune opere infatti sono caratterizzate da predominanti campiture nere, danzanti tra “equilibri e squilibri”, dove il colore spicca brillante, quale presenza atta a rafforzare, tra luci ed ombre, il tratto deciso.

Le altre rappresentazioni delle sue poesie si rivelano essere, invece, una specie di « genius loci » calligrafico, dove la scrittura si tramuta in architettura del paesaggio. Affiorano il marrone, il verde e il blu, colori prediletti dai pittori fiamminghi, usati un tempo per dare maggiore profondità ai paesaggi ed ora sintetizzati in tratti sicuri a delineare lo spazio.
Le parole respirano nel gesto vibrante dell’artista, in spessori cangianti e ritmati dal filo del tempo (prezioso compagno sempre presente), delineando il ruolo dello studioso che interpreta quello che vede e che sente, permettendoci di superare perciò l’immagine errata che ci potremmo fare di un calligrafo-amanuense, ricopiatore di testi.
L’opera di Enzo Pelli si traduce in calligrafia quale “espressione del quotidiano” e, esulando dunque dal concetto di documento apografo, è rispettosa del nostro divenire e amorevolmente attenta al peso di ogni sfumatura.
La scrittura o il manoscritto, ovvero lo “scritto a mano”, sempre più infrequente oggigiorno seppur segno quotidiano del secolo scorso, diventa un bene artistico pregiato e raro, dove l’arte si trova nel dettaglio.

I ricordi, questi “petits riens” (tanto apprezzati anche da Mozart) grandiosi nella loro purezza, si rivelano capolavori sensibili grazie alla loro genuinità e si svelano in una magnificenza intrinseca che non necessita d’altro per risplendere.
Le lettere, spesso dai toni crepuscolari, sottolineano una teatralità propria al testo e, nell’attimo artistico della creazione, si librano con leggerezza sulla carta. Il senso del racconto e l’articolarsi di elementi geometrici e distese profonde fanno da sfondo alla forza creativa di Enzo Pelli: le sfumature diventano riflessi d’acqua, i segni si trasformano in rondini libere di prendere il volo nella campitura spaziale, in mezzo ad un testo danzante affrancato dalle costrizioni delle parole. Il vuoto del fondo si riduce, fino a scomparire in un cielo infinito.
L’artista conosce bene il significato del suo operato; “(…) da una parte, un gesto vigoroso e solitario che si confronta con la superficie, vuota, del foglio. La realizzazione è quasi fulminea, non c’è spazio per le esitazioni: prima di cominciare, tutto il percorso deve essere chiaro nella mente.”
Enzo Pelli è un poeta del tratto e delle sensazioni perdute. Nelle sue opere ritroviamo sguardi, donne e paesaggi scomparsi, cancellati dall’inesorabile andare del tempo. Come un Charles Baudelaire, o un Antoine Pol cantato da Brassens, perso in abbracci che non ritorneranno più e che non è riuscito a trattenere, Enzo Pelli riflette sulla condizione umana, tanto crudele nello scorrere delle stagioni, quanto matura nella sua lucida rassegnazione.
Visi, nubi e orti spariti nel nulla, ma pur sempre presenti nella memoria, rivivono sulla carta con la delicatezza unica di chi ha potuto apprezzare ed amare quegli attimi semplici e preziosi.

Si riassume così la profonda sensibilità di un artista, in un disegno toccante che va ben oltre la mera scrittura. Una sensibilità che ci aiuta a non dimenticare che la vita è fatta di piccoli momenti irripetibili, che ognuno di noi deve reimparare a cogliere.

Aymone Poletti , agosto 2010

mercoledì 14 aprile 2010

“Gesto, linea e forma”

mostra collettiva all’insegna dell’essenza del tratto

La prossima esposizione alla galleria spazio78 presenterà una selezione di lavori degli artisti Lodewijk e Orio Galli e dell’architetto Philipp Vogt.
Tre realtà artistiche che, accostate, raggruppano complessivamente una ricerca dalla fine degli anni ’60 ad oggi e che sono le protagoniste di una vivace evoluzione sul tema della linea e del tratto quale fondamento per lo sviluppo di un discorso incentrato sulle trame geometriche e le superfici complesse. Questa mostra vuol essere un inno alla ricerca, alla curiosità e all'espressione diventata gesto.

CHIAVE DI LETTURA E BREVE BIOGRAFIA DEGLI ARTISTI


Lodewijk

Nato ad Amsterdam, nel 1920, Lodewijk ha vissuto a partire dal 1958 in Ticino fino al 2007, anno della sua scomparsa. Giovane e anticonformista, pittore libero e rigoroso allo stesso tempo, Lodewijk ha dedicato tutta la sua vita all’arte.
Come ha scritto su di lui Dieter Bachmann in un servizio per la rivista “Du” (ottobre 1988), quella di Lodewijk è stata una continua “contraddizione vissuta”, dove l’arte era sparsa ovunque e mescolata alla vita quotidiana. Le prime mostre personali datano del 1960 a Milano e Zurigo. A partire dal 1969 crea un sodalizio con la galleria Bollag di Zurigo che lo esporrà regolarmente in mostre personali e collettive durante oltre 20 anni. Sviluppa continuamente un discorso attorno alla linea e alla forma e in Ticino trova un’espressione artistica propria, basata appunto sulla geometria.
Ama lavorare attraverso serigrafie, blocchi di legno, forme ripetute in modo quasi ipnotico: opere ordinate, strappate alle confusioni della vita o alle imprevedibilità del quotidiano. I lavori esposti in questa mostra collettiva, che vogliono essere il preludio ad una futura mostra personale, si concentrano sul periodo più “maturo” di Lodewijk, sulle sue linee rette, sugli spessori puri, sulle serigrafie pulite, sui contrasti dei rilievi monocromatici che creano una poesia incentrata “sui décalés” bianco su bianco.
Le opere di Lodewijk si trovano in numerose collezioni private e pubbliche in Francia, Germania, Olanda, Italia, Norvegia, U.S.A e Svizzera. Qui in Ticino, si possono ammirare, tra l’altro, la grande scultura in alluminio per il centro professionale di Lugano-Trevano, eseguita nel 1982, e la vetrata per la chiesetta di Gola di Lago del 2001.



Orio Galli

Nato nel 1941, Orio Galli svolge dal 1968 la professione di graphic designer, con un proprio studio a Caslano.
Sull’arco di più di quarant’anni di attività professionale indipendente, Orio Galli ha ricevuto importanti incarichi e committenze, sia pubbliche sia private, nel Canton Ticino e anche in ambito nazionale (Cancelleria federale, Ufficio federale di statistica, Ufficio federale della cultura, La Posta, Pro senectute, Ufficio nazionale svizzero del turismo), ottenendo numerosi premi e riconoscimenti per la progettazione grafica di manifesti, libri, francobolli, logotipi, immagini coordinate, allestimenti espositivi.Membro da più di trent'anni della Società pittori, scultori e architetti svizzeri, è attualmente anche nel comitato direttivo della Sezione Ticino di Visarte. In questi ultimi anni, reagendo alla diffusione della grafica computerizzata, ha riscoperto la passione per il lavoro manuale, soprattutto per l'uso delle matite, delle penne e dei pennelli, e ha intrapreso un'indagine sul mondo dei segni primari (pittogrammi, ideogrammi e caratteri alfabetici). Da qui l'interesse anche per la calligrafia nelle sue forme classiche e contemporanee, più liberamente creative ed espressive, che insegna nell'ambito dei corsi per adulti. Recentemente ha anche aperto le porte del suo studio di Caslano ai cultori di questa disciplina. Espone regolarmente le sue opere grafico - calligrafico - pittoriche, non tralasciando di dedicarsi all' illustrazione e al disegno satirico. Molte sue opere sono apparse su pubblicazioni di grafica in Svizzera e all’estero. Suo, fra l’altro, il famoso manifesto “Ticino terra di artisti”.
Secondo il suo pensiero, negli anni, attraverso la stratificazione dei segni, Orio Galli è giunto ad una rarefazione e ad un annullamento della forma e del colore che avrebbero potuto costituire una meta in qualche modo definitiva, senza possibilità di ulteriori sviluppi. Dall'altro, proprio questo risultato ha generato l'esigenza di trovare nuovi sbocchi, e lo ha spinto a riprendere da capo il percorso creativo, alla riscoperta dell'immediatezza e della freschezza del segno e del colore, nelle loro molteplici e virtualmente infinite variazioni e combinazioni.



Philipp Vogt


Nato nel 1963, l’architetto Philipp Vogt espone per la prima volta le sue opere in una galleria d’arte. Interessato sin da giovane all’arte e alla letteratura, prima di conseguire il diploma all’Accademia di Architettura di Mendrisio, segue i corsi di arte e design industriale all’ Art Center College of Design (ACCD) di Vevey e affina la sua formazione nel Locarnese, lavorando nel settore della meccanica di precisione. Durante i suoi studi in architettura partecipa alla creazione di un lavoro artistico su grande scala (all’interno dell’Accademia stessa) di Felice Varini. Forte di questa esperienza, Philipp Vogt intraprende il suo percorso personale, iniziando con prove di illustrazione e susseguentemente interessandosi al lavoro sulla materia, sulle pieghe e sulla forma incisa sulla carta.
I collages e le linee diventano i suoi nuovi punti di riferimento. Per lui, la geometria crea pace e lo sviluppo regolare delle forme porta alla meditazione; con il taglio della carta si crea una linea immateriale perfetta che è per questo “l’essenza della precisione”.