mostra collettiva all’insegna dell’essenza del tratto
La prossima esposizione alla galleria spazio78 presenterà una selezione di lavori degli artisti Lodewijk e Orio Galli e dell’architetto Philipp Vogt.
Tre realtà artistiche che, accostate, raggruppano complessivamente una ricerca dalla fine degli anni ’60 ad oggi e che sono le protagoniste di una vivace evoluzione sul tema della linea e del tratto quale fondamento per lo sviluppo di un discorso incentrato sulle trame geometriche e le superfici complesse. Questa mostra vuol essere un inno alla ricerca, alla curiosità e all'espressione diventata gesto.
CHIAVE DI LETTURA E BREVE BIOGRAFIA DEGLI ARTISTI
Lodewijk
Nato ad Amsterdam, nel 1920, Lodewijk ha vissuto a partire dal 1958 in Ticino fino al 2007, anno della sua scomparsa. Giovane e anticonformista, pittore libero e rigoroso allo stesso tempo, Lodewijk ha dedicato tutta la sua vita all’arte.
Come ha scritto su di lui Dieter Bachmann in un servizio per la rivista “Du” (ottobre 1988), quella di Lodewijk è stata una continua “contraddizione vissuta”, dove l’arte era sparsa ovunque e mescolata alla vita quotidiana. Le prime mostre personali datano del 1960 a Milano e Zurigo. A partire dal 1969 crea un sodalizio con la galleria Bollag di Zurigo che lo esporrà regolarmente in mostre personali e collettive durante oltre 20 anni. Sviluppa continuamente un discorso attorno alla linea e alla forma e in Ticino trova un’espressione artistica propria, basata appunto sulla geometria.
Ama lavorare attraverso serigrafie, blocchi di legno, forme ripetute in modo quasi ipnotico: opere ordinate, strappate alle confusioni della vita o alle imprevedibilità del quotidiano. I lavori esposti in questa mostra collettiva, che vogliono essere il preludio ad una futura mostra personale, si concentrano sul periodo più “maturo” di Lodewijk, sulle sue linee rette, sugli spessori puri, sulle serigrafie pulite, sui contrasti dei rilievi monocromatici che creano una poesia incentrata “sui décalés” bianco su bianco.
Le opere di Lodewijk si trovano in numerose collezioni private e pubbliche in Francia, Germania, Olanda, Italia, Norvegia, U.S.A e Svizzera. Qui in Ticino, si possono ammirare, tra l’altro, la grande scultura in alluminio per il centro professionale di Lugano-Trevano, eseguita nel 1982, e la vetrata per la chiesetta di Gola di Lago del 2001.
Orio Galli
Nato nel 1941, Orio Galli svolge dal 1968 la professione di graphic designer, con un proprio studio a Caslano.
Sull’arco di più di quarant’anni di attività professionale indipendente, Orio Galli ha ricevuto importanti incarichi e committenze, sia pubbliche sia private, nel Canton Ticino e anche in ambito nazionale (Cancelleria federale, Ufficio federale di statistica, Ufficio federale della cultura, La Posta, Pro senectute, Ufficio nazionale svizzero del turismo), ottenendo numerosi premi e riconoscimenti per la progettazione grafica di manifesti, libri, francobolli, logotipi, immagini coordinate, allestimenti espositivi.Membro da più di trent'anni della Società pittori, scultori e architetti svizzeri, è attualmente anche nel comitato direttivo della Sezione Ticino di Visarte. In questi ultimi anni, reagendo alla diffusione della grafica computerizzata, ha riscoperto la passione per il lavoro manuale, soprattutto per l'uso delle matite, delle penne e dei pennelli, e ha intrapreso un'indagine sul mondo dei segni primari (pittogrammi, ideogrammi e caratteri alfabetici). Da qui l'interesse anche per la calligrafia nelle sue forme classiche e contemporanee, più liberamente creative ed espressive, che insegna nell'ambito dei corsi per adulti. Recentemente ha anche aperto le porte del suo studio di Caslano ai cultori di questa disciplina. Espone regolarmente le sue opere grafico - calligrafico - pittoriche, non tralasciando di dedicarsi all' illustrazione e al disegno satirico. Molte sue opere sono apparse su pubblicazioni di grafica in Svizzera e all’estero. Suo, fra l’altro, il famoso manifesto “Ticino terra di artisti”.
Secondo il suo pensiero, negli anni, attraverso la stratificazione dei segni, Orio Galli è giunto ad una rarefazione e ad un annullamento della forma e del colore che avrebbero potuto costituire una meta in qualche modo definitiva, senza possibilità di ulteriori sviluppi. Dall'altro, proprio questo risultato ha generato l'esigenza di trovare nuovi sbocchi, e lo ha spinto a riprendere da capo il percorso creativo, alla riscoperta dell'immediatezza e della freschezza del segno e del colore, nelle loro molteplici e virtualmente infinite variazioni e combinazioni.
Philipp Vogt
Nato nel 1963, l’architetto Philipp Vogt espone per la prima volta le sue opere in una galleria d’arte. Interessato sin da giovane all’arte e alla letteratura, prima di conseguire il diploma all’Accademia di Architettura di Mendrisio, segue i corsi di arte e design industriale all’ Art Center College of Design (ACCD) di Vevey e affina la sua formazione nel Locarnese, lavorando nel settore della meccanica di precisione. Durante i suoi studi in architettura partecipa alla creazione di un lavoro artistico su grande scala (all’interno dell’Accademia stessa) di Felice Varini. Forte di questa esperienza, Philipp Vogt intraprende il suo percorso personale, iniziando con prove di illustrazione e susseguentemente interessandosi al lavoro sulla materia, sulle pieghe e sulla forma incisa sulla carta.
I collages e le linee diventano i suoi nuovi punti di riferimento. Per lui, la geometria crea pace e lo sviluppo regolare delle forme porta alla meditazione; con il taglio della carta si crea una linea immateriale perfetta che è per questo “l’essenza della precisione”.