giovedì 30 settembre 2010

reminder: mostra di Enzo Pelli

Da martedì 5 ottobre a martedì 12 ottobre si potrà visitare in galleria l'esposizione intitolata "Manoscritti". Una mostra dedicata alle calligrafie personali di Enzo Pelli.
Orario: tutti i giorni dalle 15.00 alle 19.00

giovedì 16 settembre 2010

Fabiola Quezada espone a Cassarate

Fabiola Quezada esporrà le sue ultime opere da sabato 18 settembre (vernissage a partire dalle ore 18.00) al 22 settembre 2010 in via delle scuole 22 a Cassarate.
Apprezzo molto le opere di Fabiola e trovo che i temi che affronta siano delicati e carichi di profonde simbologie. Ho scritto un piccolo testo quale possibile chiave di lettura per la sua mostra:

In occasione del mese culturale, quest’anno all’insegna del “giapponismo”, Fabiola Quezada presenta nei suoi spazi a Lugano-Cassarate la mostra intitolata « Oltre L’oriente ».
...Lei infatti guarda più lontano.
Il suo vuol essere un omaggio al Messico « bicentenario » che commemora i 200 anni dall'indipendenza dalla Spagna (16 settembre 1810) e i 100 anni dalla Rivoluzione (20 novembre 1910).
Con questa esposizione Fabiola Quezada celebra, attraverso una profonda riflessione contemporanea, la sua Terra Natale. Da sempre l’artista lavora sui dettagli del paesaggio tipicamente messicano, cercando dei segni e delle ispirazioni nella natura, ed esprimendo il proprio pensiero attraverso diverse tecniche, passando dalla fotografia alla pittura, dall'acquerello all’incisione.
I protagonisti prediletti delle opere di Fabiola Quezada sono i cactus: l’essenza del suo Messico.
Le grandi tele hanno una forza cromatica innata, dalla toccante espressività che va dritta al cuore.
Nelle sue opere è sempre presente il sussurro di una impercettibile Cassandra: i paesaggi non sono quieti, vivono di un’instabilità intrinseca al colore, al gesto, alla pennellata vigorosa dal carattere squillante.
Come diceva André Gide, “L'arte comincia dalla resistenza: dalla resistenza vinta. Non esiste capolavoro umano che non sia stato ottenuto faticosamente”… E le opere di Fabiola Quezada vivono dell’intensità di questa metaforica lotta di colori, del contrasto cromatico acceso, degli acrilici e delle tecniche miste che urlano il loro messaggio dal rosso “caravaggesco”. Un monito ad un allegorico Oloferne.

Il soggetto si ingrandisce teatralmente offrendo allo spettatore, non solo una nuova dimensione di riflessione, ma anche una nuova prospettiva estetica rappresentata con forza sulla tela.
La città si ingrandisce e, come un animale tentacolare, arriva inesorabilmente anche dove prima si trovavano quiete e grandi spianate di cactus. El valle de México scompare per lasciar spazio alla metropoli. La composizione perciò a sua volta sparisce assieme al supporto, lasciandoci coinvolti in un vortice di sensazioni, e rivelandosi a noi sotto le spoglie di una “Giuditta/Artemisia”, perfetta metafora del Messico odierno.
Aymone Poletti
Lugano, settembre 2010

lunedì 6 settembre 2010

in ottobre alla galleria spazio78: mostra personale di Enzo Pelli

Dal 5 ottobre avremo il piacere di esporre l'artista calligrafo Enzo Pelli con una mostra personale intitolata MANOSCRITTI.

L’esposizione “Manoscritti” dell’artista-calligrafo Enzo Pelli vuole essere una mostra attenta ai dettagli mutevoli del quotidiano e sensibile alla fragilità del nostro territorio, diventato spunto ideale per la rappresentazione poetica attraverso il segno.
Quello di Enzo Pelli è un vero ritorno alle origini, all’essenza dell’essere artista; una ricerca, la sua, intima e coraggiosa, portata verso i piccoli particolari di ogni giorno e verso la narrazione del quotidiano.
Come dice lui stesso, la sua calligrafia “oscilla tra oriente e occidente” e, di conseguenza, la sua arte si sviluppa lungo due binari speculari e distinti. Alcune opere infatti sono caratterizzate da predominanti campiture nere, danzanti tra “equilibri e squilibri”, dove il colore spicca brillante, quale presenza atta a rafforzare, tra luci ed ombre, il tratto deciso.

Le altre rappresentazioni delle sue poesie si rivelano essere, invece, una specie di « genius loci » calligrafico, dove la scrittura si tramuta in architettura del paesaggio. Affiorano il marrone, il verde e il blu, colori prediletti dai pittori fiamminghi, usati un tempo per dare maggiore profondità ai paesaggi ed ora sintetizzati in tratti sicuri a delineare lo spazio.
Le parole respirano nel gesto vibrante dell’artista, in spessori cangianti e ritmati dal filo del tempo (prezioso compagno sempre presente), delineando il ruolo dello studioso che interpreta quello che vede e che sente, permettendoci di superare perciò l’immagine errata che ci potremmo fare di un calligrafo-amanuense, ricopiatore di testi.
L’opera di Enzo Pelli si traduce in calligrafia quale “espressione del quotidiano” e, esulando dunque dal concetto di documento apografo, è rispettosa del nostro divenire e amorevolmente attenta al peso di ogni sfumatura.
La scrittura o il manoscritto, ovvero lo “scritto a mano”, sempre più infrequente oggigiorno seppur segno quotidiano del secolo scorso, diventa un bene artistico pregiato e raro, dove l’arte si trova nel dettaglio.

I ricordi, questi “petits riens” (tanto apprezzati anche da Mozart) grandiosi nella loro purezza, si rivelano capolavori sensibili grazie alla loro genuinità e si svelano in una magnificenza intrinseca che non necessita d’altro per risplendere.
Le lettere, spesso dai toni crepuscolari, sottolineano una teatralità propria al testo e, nell’attimo artistico della creazione, si librano con leggerezza sulla carta. Il senso del racconto e l’articolarsi di elementi geometrici e distese profonde fanno da sfondo alla forza creativa di Enzo Pelli: le sfumature diventano riflessi d’acqua, i segni si trasformano in rondini libere di prendere il volo nella campitura spaziale, in mezzo ad un testo danzante affrancato dalle costrizioni delle parole. Il vuoto del fondo si riduce, fino a scomparire in un cielo infinito.
L’artista conosce bene il significato del suo operato; “(…) da una parte, un gesto vigoroso e solitario che si confronta con la superficie, vuota, del foglio. La realizzazione è quasi fulminea, non c’è spazio per le esitazioni: prima di cominciare, tutto il percorso deve essere chiaro nella mente.”
Enzo Pelli è un poeta del tratto e delle sensazioni perdute. Nelle sue opere ritroviamo sguardi, donne e paesaggi scomparsi, cancellati dall’inesorabile andare del tempo. Come un Charles Baudelaire, o un Antoine Pol cantato da Brassens, perso in abbracci che non ritorneranno più e che non è riuscito a trattenere, Enzo Pelli riflette sulla condizione umana, tanto crudele nello scorrere delle stagioni, quanto matura nella sua lucida rassegnazione.
Visi, nubi e orti spariti nel nulla, ma pur sempre presenti nella memoria, rivivono sulla carta con la delicatezza unica di chi ha potuto apprezzare ed amare quegli attimi semplici e preziosi.

Si riassume così la profonda sensibilità di un artista, in un disegno toccante che va ben oltre la mera scrittura. Una sensibilità che ci aiuta a non dimenticare che la vita è fatta di piccoli momenti irripetibili, che ognuno di noi deve reimparare a cogliere.

Aymone Poletti , agosto 2010